Si scrive “c’ho”, “ci ho” o “ciò”? Forma corretta, esempi, guida

La risposta alla domanda di quest’approfondimento è la classica da un milione di dollari, e no: non esageriamo. Chiedersi se si scrive c’ho, ci ho o ciò è legittimo ma rispondere non è affatto semplice, anche perché le soluzioni adottate finora sono state diverse e tra le altre cose non del tutto soddisfacenti. Perché? I motivi sono tanti e in questa discussione cercheremo di fare il punto anche trattando un argomento complesso come il rapporto tra la lingua parlata e la lingua scritta. Veniamo al dunque.

C’ho, ci ho, ciò: significato e uso con frasi d’esempio: cosa diciamo quando parliamo

Casi come c’ho una fame, c’ho sonno, c’ho riflettuto, c’ho vent’anni presentano tutti un comune denominatore: il verbo avere è usato assieme alla particella ci che in questo caso non assolve la funzione locativa. Facciamo un esempio: se diciamo non voglio andarci in questo caso ci significa , quindi capiamo che chi parla non vuole andare da qualche parte. Ma in una frase come c’ho fame è chiaro che la funzione di ci non è di certo quella locativa: andrà considerata invece come una particella che intensifica il senso e il suono.

Si tratta ovviamente di un uso tipicamente parlato, quindi dei dialetti o del registro familiare, che non è affatto consigliabile nei contesti più sorvegliati. Il punto è proprio questo: come trascrivere espressioni come c’ho sete? Chiarito che si tratta di una forma non accettata nelle produzioni scritte, il problema sta tutto nelle modalità di trascrizione. Ed è proprio su queste che ci soffermeremo.

C’ho o ci ho? Oppure ciò? come scrivere correttamente

Le soluzioni principali potrebbero essere c’ho o ci ho, oppure ciò; ognuna di queste tuttavia presta il fianco alle critiche e non sembra particolarmente soddisfacente.

Partiamo da c’ho: sappiamo bene che si usa il grafema h quando il suono di c è velare, cioè duro, ad esempio in parole come chela, chiesa, china, aghi, ghiaia e così via. Con c + a, o invece il grafema h non serve: il suono c infatti è già duro in parole come cane, cono, costo, gatto, gossip ecc. Se partiamo da questo presupposto insomma è chiaro che h non ha senso di esistere in c’ho perché non viene usata tra c e o, anzi in molti inorridirebbero a leggere grafie come choccola, chosa, ecc.

Per non parlare della scelta ciò: non si confonde forse con ciò pronome dimostrativo? Generalmente la lingua scritta è molto più conservativa rispetto alla lingua parlata, e soluzioni così estreme, in cui si sovrappongono usi diversi, non sono molto gradite.

Un ragionamento opposto va fatto invece per la scelta ci ho: in questo caso l’uso del grafema i non riproduce affatto la pronuncia che vorremmo trascrivere, quindi è tutt’altro che utile.

Esistono in realtà altre due soluzioni: una è c(i) ho fame, c(i) ha sete, c(i) abbiamo sonno e cos via, ma sembra poco destinata a diffondersi nella lingua comune per via dell’impiego delle parentesi, e l’altra è cj ho, quindi con l’uso di j a indicare che c è un suono palatale, dolce, e non velare.

C’avevo o ci avevo? Scrivere ciò che si dice: ancora riflessioni

C’avevo o ci avevo? Esistono delle indicazioni per questo caso specifico? In realtà non cambia alcunché rispetto a quanto detto in precedenza: il fenomeno è lo stesso, e tutte le soluzioni adottabili non sono soddisfacenti, o comunque non godrebbero di un largo consenso o di una buona diffusione, per un motivo o per l’altro.

La soluzione insomma varia da scrivente a scrivente, e le scelte dipendono anche dalla propria consapevolezza linguistica: più si conosce la lingua e si comprende come funziona e qual è il rapporto tra scritto e parlato, maggiori sono le possibilità che una scelta sia il frutto di un ragionamento sensato; in casi come questo non possiamo dare una risposta definitiva né totalmente accettabile, quindi è proprio il singolo scrivente a fare la differenza.

Ci ho parlato è corretto? Ultime precisazioni

Ma ci ho parlato? È corretto? Non è corretto? Sì, lo è e si scrive proprio come lo avete letto, visto che in questo caso ci ha una funzione diversa: ci ho parlato infatti vuol dire parlare con qualcuno, come nelle frasi Ci ho parlato proprio ieri, non ci ho ancora parlato ecc. Si tratta insomma di un caso che non ha nulla a che vedere con c’ho, c’hai, c’avevo e così via, per i quali è necessario che si arrivi a una soluzione condivisa.