Orlando furioso proemio: parafrasi, riassunto e commento

L’Orlando furioso è uno dei più celebri poemi cavallereschi della storia letteraria italiana. Quest’opera venne scritta e composta da Ludovico Ariosto che iniziò a lavorare alla sua stesura a partire dal 1505 e la pubblicò per la prima volta nel 1516. L’Orlando furioso è costituito da 46 canti in ottava rima e narra della guerra tra i mori e i cristiani, con una particolare attenzione alla vicenda amorosa del paladino Orlando, a cui viene dedicato il titolo dell’opera. Il riassunto del proemio dell’Orlando furioso che state per leggere è solo una parte di questa guida che ve ne propone anche la parafrasi e l’analisi del testo con approfondimento dei temi, dei personaggi e delle figure retoriche.

Riassunto proemio Orlando furioso e spiegazione dei contenuti dell’opera: un’introduzione

Per la composizione dell’Orlando furioso, Ludovico Ariosto riprende le fonti derivate dalla tradizione del ciclo carolingio e del ciclo bretone, e proclama la sua opera come la continuazione dell’Orlando innamorato di Matteo Maria Boiardo.

La materia cavalleresca resta quindi il principale filo insieme a quello amoroso, attorno a cui si struttura l’opera che si compone a partire dalle vicende dei paladini cristiani impegnati in Francia in una guerra contro Agramante, re dei mori.

A partire da questo tema principale si intrecciano diverse storie: quella dell’amore di Orlando e di altri paladini per Angelica, la sua fuga dagli spasimanti, e la pazzia d’amore che colpisce Orlando alla perdita dell’amata conquistata dal fante saraceno Medoro.

Il filone narrativo della guerra permette inoltre a Ludovico Ariosto di ricostruire le origini della casata d’Este e di ambientarne le radici nelle peripezie di amore che uniranno Ruggiero, discendente di Ettore, a Bradamante, paladina cristiana.

Tra i canti più conosciuti dell’Orlando furioso troviamo il proemio dell’opera che coincide con le prime quattro ottave. Queste prime ottave vengono sapientemente usate dall’Ariosto per presentare l’argomento della narrazione, riassumere le linee principali in cui si articoleranno le vicende del racconto e, infine, per introdurre il motivo encomiastico dell’opera.

Di seguito troverete un riassunto e una spiegazione dei principali contenuti del proemio, la parafrasi delle ottave e l’analisi del testo, con alcuni riferimenti alla metrica, allo stile e alle figure retoriche.

Orlando furioso proemio, parafrasi

La parafrasi del Proemio dell’Orlando furioso che vi forniamo di seguito può essere un utile mezzo di ripasso per verifiche e interrogazioni ed è certamente il primo passo per comprendere al meglio il poema dell’Ariosto. Si noti che i versi sono separati da // e che si è cercato per quanto possibile di mantenere una corrispondenza metrica tra la parafrasi e il testo originale.

Canto le donne, i cavalieri, le armi e gli amori // le cortesie e le audaci imprese, // che avvennero quando i Mori passarono (che furo…passaro) // il mare d’Africa e portarono la guerra (nocquer tanto) in Francia, // seguendo l’ira e il furore giovanile // d’Agramante, loro re, che volle (si diè vanto) // vendicare la morte di Troiano // che avvenne durante (sopra) il regno di Carlo Magno.

Canterò di Orlando, e nello stesso tempo // dirò una cosa che non è mai stata detta (cosa non detta) né in prosa né in rima: // che per amore divenne folle (venne in furore) e matto, // pur essendo prima considerato (stimato) uomo saggio e stimato; // se da lei che quasi mi ha reso come lui (tal quasi m’ha fatto) // e che consuma poco a poco (ad or… mi lima) il mio ingegno // me ne sarà concesso almeno quanto basta // per finire quanto ho promesso.

O Ippolito (v. 3, Ippolito), generoso discendente di Ercole (Erculea prole) // che sei splendore e ornamento di questo secolo, // possa piacerti (aggradir) questo dono che vuole // e solo può donarvi (e darvi sol può) il vostro umile servo. // Quello che vi devo, posso con le parole // e con le mie scritture (d’opera d’inchiostro) in parte ripagarvelo; // e che io non sia ritenuto (da imputar sono) di donarvi poco, // poiché quello che (quanto) posso darvi, tutto ve lo dono.

Voi sentirete ricordare tra i più degni eroi // che tra poco (m’aparecchio) loderò // quel Ruggiero, che fu di voi // e dei vostri illustri avi il capostipite (ceppo vecchio). // Vi racconterò (v. 6, vi farò udir) l’alto valore e le sue celebri gesta, // se voi mi prestate ascolto (se… date orecchio) // e se i vostri alti pensieri lasceranno un po’ di spazio // così che i miei versi trovino posto (abbiano loco) tra loro.

Commento proemio Orlando furioso: i temi principali

Il commento del proemio non può che partire dai temi principali. L’Orlando furioso è costruito secondo il metodo dell’entrelacement ‘a incastro’, tecnica narrativa tipica dei poemi medievali e cavallereschi grazie alla quale i personaggi del racconto si trovano intrecciati in più vicende narrative. Nel caso dell’Orlando furioso l’intreccio si divide in tre filoni principali che si mescolano e dividono creando un continuo movimento della narrazione che si sviluppa ininterrottamente su temi, personaggi e vicende diverse. Questi tre filoni vengono dichiarati nelle ottave del proemio.

Nel primo verso vengono annunciate, con una disposizione a chiasmo (v.1, le donne, i cavallier, l’arme, gli amori), le due materie che muovono tutto il poema: quella amorosa e quella guerresca. Da questi due argomenti principali prendono piede i tre filoni del racconto.

Il primo filone (ottava 1) corrisponde alla guerra tra i Mori e i cristiani. Nello specifico l’immagine della guerra viene concentrata sulla figura di Agramante, re dei Mori d’Africa, che muoverà guerra ai cristiani in Francia per vendicare la morte del padre ucciso da Carlo Magno. Ludovico Ariosto riprende questo personaggio dal precedente poema dell’Orlando innamorato di Matteo Maria Boiardo e lo sfrutta per aprire il tema epico e guerresco del racconto.

Il secondo argomento è legato alla vicenda dell’innamoramento di Orlando e della sua pazzia. Ludovico Ariosto introduce qui una grande novità rispetto ai poemi precedenti: l’autore sceglie infatti di non concentrarsi più sulla figura di Orlando in quanto celebre paladino dei cristiani ma piuttosto di umanizzarne il personaggio, raccontandone il travolgimento amoroso per la bella Angelica, principessa del Catai, e la conseguente follia d’amore che ne scaturisce dopo che lei l’ha rifiutato.

La follia di Orlando diviene inoltre un motivo di confronto e un pretesto per introdurre l’invocazione alle muse: Ludovico Ariosto invoca infatti la sua musa, in questo caso la donna amata, e essere clemente con lui e risparmiargli la stessa sorte del paladino così da rendergli possibile di completare la stesura del poema.

Il terzo tema è di motivo encomiastico. L’Orlando furioso diviene un mezzo per raccontare le vicende amorose di Ruggiero, cavaliere pagano, e Bradamante, paladina cristiana, dalla cui unione si ritiene discendere la casata Estense. Questo motivo si trova nella nota dedicatoria, presente nelle due quartine finali del proemio, rivolta alla famiglia Estense e in particolare al cardinale Ippolito d’Este, inteso come diretto benefattore di Ludovico Ariosto.

Personaggi principali proemio Orlando furioso

Come abbiamo già visto, il poema di costruisce grazie al succedersi di differenti sequenze narrative che vedono l’intreccio dei diversi personaggi del racconto. Tra questi troverete di seguito una breve lista dei personaggi nominati nel proemio e che può essere utile ricordare. La lista consiste in personaggi fittizi, ovvero i protagonisti del racconto (realmente esistiti o meno), e personaggi storici, a cui sono riferiti l’appello alla musa e la dedicatoria di Ariosto.

Personaggi fittizi

  • Agramante: re dei mori d’Africa, principale nemico di Carlo Magno e dei paladini cristiani. Guida la guerra in Francia fino all’assedio di Parigi, per vendicare la morte del padre Troiano.
  • Carlo Magno: Imperatore del Sacro Romano Impero e re dei Franchi. Nel poema comanda l’esercito dei paladini cristiani contro l’invasione dei mori capitanati da Agramante.
  • Orlando: conte di Brava, senatore Romano e nipote di Carlo Magno è il più forte e celebre paladino dell’esercito cristiano. Durante l’opera si innamorerà di Angelica, principessa del Catai, fino a diventare pazzo quando scoprirà che lei l’ha rifiutato per Medoro.

Personaggi storici

  • Alessandra Benucci: Si ritiene che la musa a cui si invoca il poeta corrisponda ad Alessandra Benucci, nobildonna italiana e amante del poeta.
  • Ippolito d’Este: Conosciuto anche come il Cardinale di Ferrara, fu un famoso mecenate e protesse sotto la sua ala molti artisti e letterati, tra questi Ludovico Ariosto che gli dedica il poema in segno di gratitudine.

Orlando furioso proemio, analisi del testo e figure retoriche

Vediamo ora le figure retoriche del proemio dell’Orlando furioso, la metrica e lo stile. Esso è composto dalle quattro prime ottave (strofe di otto versi endecasillabi) del poema che rimano secondo lo schema tipico dell’ottava rima: ABABABCC con rima alternata nei primi sei versi (ABABAB) e rima baciata negli ultimi due (CC).

Nel proemio emerge inoltre una forte allitterazione del suono or che ricorre in più parole “amORe, ORlando, furORe…” creando un legame tematico e fonetico nelle diverse ottave. Veniamo ora allo stile.

Ariosto alterna i registri linguistici che passano dal tono elevato ricco di figure retoriche della prima ottava e un registro più basso, di livello medio e colloquiale nelle ottave che seguono. Veniamo ai dettagli.

Nella prima ottava si annuncia il tema dell’opera. Il registro del linguaggio è quindi elevato e l’autore lo enfatizza ricorrendo a diverse figure retoriche, come il celebre chiasmo “Le donne, i cavallier, l’arme, gli amori”. Ricordiamo che si tratta di un chiasmo perché le parole sono disposte in modo incrociato: provate a scrivere le donne e i cavallier in un rigo e l’arme e gli amori in corrispondenza (sotto) nel rigo successivo; ora collegate con un tratto le donne e gli amori (parole affini dal punto di vista semantico e i cavallier e l’arme (anche queste semanticamente affini), e avrete ottenuto una croce.

Lo stile elevato emerge anche grazie alla posticipazione del verbo e soggetto io canto, inseriti alla fine del secondo verso solo dopo l’annunciazione dei temi del poema “le donne, i cavalier…” seguendo l’influenza degli incipit dei poemi classici. Il tono elevato e solenne viene rinforzato grazie al ricorso dell’enjambement (vv. 3-4, 5-6, 6-7) che permette di prolungare l’unità sintattica del verso per creare un unico lungo periodo. Facciamo un esempio e osservate

che furo al tempo che passaro i Mori
d’Africa il mare

Come vedete, d’Africa il mare è separato da i Mori ma dovrebbe essere collocato di regola nello stesso verso perché parliamo proprio dei ‘mori dell’Africa che passarono il mare’: tutto insomma dovrebbe stare nella stessa frase ma Ariosto spezza quest’unità sintattica per elevare il registro. L’enjambement è proprio questa interruzione.

Approfondiamo ora l’ironia del proemio dell’opera analizzando la seconda, la terza e la quarta ottava.

Ironia proemio Orlando furioso: un approfondimento della seconda, terza e quarta ottava

Nella seconda ottava il tono elevato cede il passo a un registro più basso che permette all’autore di passare dalla tematica guerresca a quella amorosa e di trattare della materia innovativa della follia di Orlando.

I termini usati diventano allora più popolari e meno alti, come si vede dal ricorso al verso 3 del termine matto. Il risultato è un discorso più fluido e vicino al parlato, i periodi sono più brevi. Questo abbassamento del tono dall’epico al prosaico permette ad Ariosto di introdurre un registro più ironico. Durante l’invocazione alla musa, che coincide non tanto all’invocazione alle muse com’era consuetudine quanto piuttosto a una preghiera alla donna amata, il poeta si pone allo stesso livello dei suoi personaggi chiedendo che gli sia risparmiata la stessa sorte di Orlando (vv. 14-16). Questa supplica mostra un evidente registro ironico che si ritrova anche nella dedica a Ippolito d’Este.

Nella terza e quarta ottava lo stile è invece alternato tra ironia e registro epico. Nella terza ottava il registro ironico nasce dal tono estremamente remissivo, diciamo accomodante, docile ecc, usato dal poeta per rivolgersi al suo benefattore. Contrariamente al cortigiano della letteratura rinascimentale, Ariosto usa l’ironia per sminuirsi e cercare di elevare Ippolito ma il tutto in un’ottica di scherzo giocoso e autoironico.

Il registro riprende la sua altezza nell’ultima ottava, con l’apertura del tema encomiastico e della celebrazione dei natali della famiglia estense e di Ruggiero, suo capostipite.