X agosto è una poesia di Giovanni Pascoli contenuta nella quarta edizione della raccolta Myricae (sezione Elegie), ma precedentemente pubblicata sulla rivista letteraria settimanale Il Marzocco, il 9 agosto 1896. In questo approfondimento si danno la parafrasi e l’analisi del testo del componimento, che comprende riferimenti alla metrica, allo stile, alle figure retoriche, e infine ai principali temi trattati. Chiudono la panoramica i riferimenti biografici presenti nella poesia. Non si tratta di un semplice riassunto di X Agosto, per quanto le informazioni siano essenziali per prepararsi a verifiche e interrogazioni, ma di una vera e propria guida alla comprensione dei contenuti.
- X Agosto, parafrasi della poesia di Pascoli per comprendere il testo;
- Analisi X Agosto, spiegazione semplice dei contenuti;
- X Agosto, riassunto dei temi e dei riferimenti alla vita di Pascoli;
- Figure retoriche X Agosto, metrica e stile di Pascoli.
X Agosto, parafrasi della poesia di Pascoli per comprendere il testo
Partiamo subito dalla parafrasi di X Agosto che vi permetterà di comprenderne facilmente i contenuti.
San Lorenzo, io conosco il motivo per cui così tante stelle brillano e cadono nell’aria tranquilla, il motivo per il quale nel cielo concavo risplende un pianto così grande.
Una rondine stava ritornando al nido, quando fu uccisa; cadde tra le spine dei rovi. Nel becco aveva un insetto, che era la cena dei suoi rondinini.
Ora si trova lì come se fosse trafitta sulla croce, che porge quel verme al cielo lontano e i suoi piccoli sono nell’ombra, che la aspettano e pigolano sempre più piano.
Anche un uomo stava tornando al suo nido, quando fu ucciso; disse: “Perdono”. Negli occhi aperti restò un grido. Portava in dono due bambole.
Ora là nella casa solitaria, la sua famiglia lo aspetta inutilmente. Egli immobile e stupito mostra le bambole al cielo lontano.
E tu, Cielo infinito e immortale, dall’alto dei mondi sereni, inondi di un pianto di stelle la Terra, atomo opaco del Male.
Analisi X Agosto, spiegazione semplice dei contenuti
Prima di proporre l’analisi di X Agosto partiamo dalla spiegazione del titolo: esso richiama la data in cui il padre di Pascoli, Ruggero, venne assassinato da due sicari mentre era di ritorno da un mercato di una città vicina il 10 agosto 1867, giorno di San Lorenzo. Nel testo centrali sono i temi metafisici del male e del dolore: le stelle che cadono in questo giorno dell’anno infatti rappresentano il pianto del cielo causato dalla terribile condizione dell’esistenza umana.
Il testo si apre con la dichiarazione del poeta di conoscere il motivo per cui nella notte di San Lorenzo le stelle cadono, come fossero lacrime, sulla terra. Il motivo viene esplicitato nell’ultima strofa, così che il testo è caratterizzato da circolarità: anche il cielo, lontano e impassibile, piange della sventurata condizione umana. Nelle strofe centrali troviamo il racconto di due storie tragiche, presentate parallelamente: il ritorno a casa rispettivamente di una rondine e del padre di Ruggero, entrambi uccisi prima di poter riabbracciare la propria famiglia, che rimane ad aspettarli inutilmente.
X Agosto, riassunto dei temi e dei riferimenti alla vita di Pascoli
Vi presentiamo qui di seguito un riassunto dei temi principali di X Agosto, che tra l’altro sono quelli ricorrenti nell’opera pascoliana:
- Nido: elemento fondamentale della poetica pascoliana, rifugio sicuro e accogliente, dove si può contare sui legami familiari, in opposizione a un mondo esterno dominato da dolore e solitudine.
- Immagini di Cristo: molti i riferimenti a Cristo e al suo martirio: spini (v. 6), come in croce (v. 9), perdono (v. 14), dono (v. 16).
- Dolore: il dolore personale (per l’uccisione del padre) diventa universale perché condiviso da tutti gli esseri viventi, nonché da Dio stesso.
- Male: il male e il dolore sono personali e universali allo stesso tempo, e ciechi: tutti gli esseri viventi soffrono senza un motivo apparente.
- Terra vs. Cielo: la terra è il luogo del male, ed è guardato a distanza dal cielo, che partecipa del dolore ma guarda dall’alto impassibile.
La poesia ha un carattere fortemente autobiografico, già dal titolo riferendosi a un episodio reale della vita del poeta, visto che il padre di Pascoli, Ruggero, fu ucciso a fucilate il 10 agosto 1867. Le indagini non arrivarono mai a una conclusione e il delitto rimase irrisolto. Giovanni aveva 12 anni. L’assassinio del padre fu solo il primo di altri eventi funesti: pochi mesi dopo morirà anche la madre, per il dolore della perdita del marito, e nello stesso anno la sorella Margherita, a causa del tifo. Nel 1971 muore l’altro fratello, Luigi, sempre di tifo. Tali eventi, fortemente traumatici, daranno origine alle riflessioni sul tema del male e del dolore che caratterizzano tutta la poesia pascoliana.
Figure retoriche X Agosto, metrica e stile di Pascoli
La poesia è formata da sei strofe di quattro versi (quartine) decasillabi e novenari piani, che seguono uno schema rimico alternato (AbAb).
Riguardo alla struttura del testo la prima e l’ultima strofa hanno un andamento riflessivo e sono legate dalla tematica di San Lorenzo; nella prima questa viene presentata mentre nell’ultima ad essa viene affidato un significato nuovo. Le quattro strofe centrali hanno invece un andamento narrativo, raccontando i due eventi tragici paralleli.
La poesia è caratterizzata da un ritmo franto e singhiozzante, raggiunto tramite l’uso di una punteggiatura ossessiva, che spezza le frasi e sospende il discorso, creando una seria di rimandi tra concetti diversi. Insistente è anche l’uso del linguaggio analogico, tipico della poetica pascoliana, che si concretizza nell’analogia tra l’uomo e la rondine, le stelle e il pianto.
Elenco delle principali figure retoriche
La poesia è sorretta dall’impiego di alcune figure retoriche, qui di seguito elencate:
- Personificazione: vengono personificati il giorno di San Lorenzo, invocato dal poeta nella prima strofa, e il cielo, che piange, nell’ultima.
- Analogia: come detto, lega le figure dell’uomo e della rondine, da una parte, delle stelle cadenti e del pianto, dall’altra.
- Similitudine: esplicita il riferimento all’immagine di Cristo nel v. 9 “come in croce”. Si crea così un parallelismo tra la rondine e Gesù Cristo, e, per proprietà transitiva, tra Gesù Cristo e Ruggero Pascoli, che così è presentato come vittima innocente della crudeltà umana.
- Metonimia: è presente in due luoghi: ai vv. 11-12: “il suo nido […] che pigola”, dove in realtà a pigolare sono i rondinini, non il nido; al v. 13 “anche un uomo tornava al suo nido”, dove nido è inteso come ‘casa’.
- Metafore: percorrono tutto il testo: “gran pianto” (v. 3) indica il fenomeno atmosferico delle stelle cadenti; “cielo lontano” (v. 10), sottolinea l’indifferenza di Dio nei riguardi della sofferenza degli esseri viventi; “quest’atomo opaco del Male” si riferisce alla Terra (v. 24).