Sì, esiste una bella differenza tra colto e acculturato, diciamolo subito, anche se ormai è diffusa l’abitudine di indicare una persona istruita anche come acculturata. In realtà il significato è diverso e bisognerebbe usare le due parole in contesti diversi, non come sinonimi. Scopriamone il motivo esaminando un fenomeno, l’acculturazione, e un verbo riflessivo, acculturarsi.
- Significato di acculturazione in antropologia e diffusione dell’uso come sinonimo di colto;
- Cosa significa acculturarsi?;
- Differenza tra colto e acculturato;
- Come si dice? Colto o acculturato?;
- Acculturato e colto sinonimi e contrari.
Significato di acculturazione in antropologia e diffusione dell’uso come sinonimo di colto
Il termine acculturazione è strettamente legato all’antropologia perché indica dei cambiamenti che avvengono nella cultura di un individuo o di un gruppo, anche di un popolo, quando essi entrano in contatto con un altro gruppo; il cambiamento potrebbe riguardare non solo uno dei due gruppi ma entrambi. Ad essere influenzati potrebbero essere la religione, la moda, l’alimentazione ecc., e non è detto che cambino tutti i membri dello stesso gruppo: volendo generalizzare ad esempio più si è adulti e meno si è inclini a modificare le proprie abitudini e a rinunciare alla propria cultura. Pensate agli immigrati che si trovano a convivere con popoli talvolta completamente diversi da loro: possono acquisirne le abitudini e la cultura, rifiutarla ecc.
Non sempre l’acculturazione è un fenomeno pacifico: sappiamo ad esempio che la letteratura e la cultura greca hanno influenzato i Romani dopo l’espansione di Roma, ma è noto che gli indiani d’America siano stati assoggettati con la forza dagli europei. Ed è proprio per riferirsi al contatto forzoso tra gli indiani e gli europei che gli antropologi statunitensi hanno coniato il termine acculturazione alla fine dell’Ottocento.
In antropologia alcuni studiosi hanno proposto di classificare il processo di acculturazione in quattro tipi: assimilazione, separazione, integrazione e marginalità. Nel caso dell’assimilazione l’individuo o il gruppo cercano di assumere la cultura del gruppo dominante abbandonando la propria; nel caso della separazione avviene l’esatto contrario, cioè si rifiuta il contatto con gli altri gruppi; l’integrazione si ha quando viene mantenuta la propria cultura ma si ha comunque uno scambio con quella dell’altro gruppo; la marginalità infine si verifica quando non si ha interesse né a mantenere la propria identità culturale né a interagire con gli altri.
Cosa significa acculturarsi?
Quindi cosa significa acculturarsi? L’uso principale non indica l”acquisizione di cultura’ ma riguarda proprio il concetto dell’acculturazione. La lingua però è in continuo mutamento e la storia delle parole è fatta di nuovi significati e di significati caduti in disuso, quindi al significato primario se ne sono aggiunti altri.
La voce acculturarsi ad esempio è spiegata dal De Mauro come il processo di ‘arricchirsi culturalmente’, e quest’uso è indicato come comune; si legge anche però che il verbo può essere usato in senso dispregiativo per indicare l’atto di ‘acquisire una cultura superficiale e velleitaria’. Insomma acculturarsi ha un significato primario legato all’antropologia, a cui si sono aggiunti in seguito due significati: ‘acquisire una cultura superficiale’ e ‘arricchirsi culturalmente’.
Differenza tra colto e acculturato
La differenza tra colto e acculturato dovrebbe essere chiara a questo punto: una persona colta è dotata di cultura, istruita insomma, mentre una persona acculturata è stata attratta da un’altra cultura, cioè seguiva certe abitudini e aveva determinati costumi ma li ha modificati in seguito a un processo di acculturazione.
Come si dice? Colto o acculturato?
Ma come si dice allora? Colto o acculturato? Siete finiti qui senz’altro per sapere se una persona colta può essere definita acculturata. Pensando al significato originario di acculturato la risposta è sicuramente negativa perché colto e acculturato hanno usi diversi. Il punto è che le parole cambiano, quindi sono necessari ulteriori chiarimenti.
È vero che acculturato ha come significato primario quello di ‘essere stato attratto da un’altra cultura’, come risultato di un processo di acculturazione, ma è anche vero che nel tempo la parola ha iniziato a indicare ‘qualcuno che ha acquisito o ha cercato di acquisire una cultura spiccia’, tant’è che Treccani usa questa frase come esempio per spiegare acculturato: “una persona acculturata più che colta”. Acculturato dunque è considerato diverso da colto: la cultura acquisita è infatti povera, spiccia, superficiale.
Molto probabilmente chi usa acculturato come sinonimo di colto pensa che acculturato significhi ‘diventare colto’, e in realtà non ha tutti i torti: in italiano infatti non esiste un aggettivo che significhi ‘diventare colto’, quindi è possibile che siccome acculturato è associato a cultura, e cultura a colto, i parlanti abbiano ricondotto colto ad acculturato. Non farebbe una piega se acculturato non facesse riferimento ad altro.
Veniamo al dunque: qualche dizionario registra acculturato come sinonimo di colto, è vero, ma è preferibile evitare di considerare le due parole come intercambiabili. Sicuramente nel corso del tempo tale uso si affermerà, vista la relazione con la parola cultura di cui abbiam parlato, ma al momento ci sentiamo di sconsigliare di ricorrere alle due parole come fossero sinonimi.
Acculturato e colto sinonimi e contrari
Rispondiamo ora alle ultime domande: quali sono i sinonimi e i contrari di acculturato? Quali i sinonimi e i contrari di colto? Riguardo ad acculturato si potrebbe pensare a sinonimi come assimilato, assorbito, inserito, integrato se si considera il processo di acculturazione; in quanto ai contrari invece escluso, estraneo, separato o anche inassimilabile potrebbero andar bene. Per quanto riguarda colto i sinonimi potrebbero essere erudito, istruito, preparato, sapiente mentre i contrari potrebbero essere analfabeta, incolto, ignorante, rozzo.
Fate attenzione però: i sinonimi non sono perfetti, nel senso che non potete sostituire una parola con l’altra come fossero intercambiabili ma dovete sempre considerare il contesto; per gli antonimi, cioè i contrari, vale lo stesso. Facciamo un esempio: una persona incolta non per forza è analfabeta, anche se analfabeta è proposto come sinonimo di incolto, perché potrebbe avere un basso livello di cultura ma saper leggere e scrivere, no? Occhio al contesto!