La realtà della rete è molto complessa, quindi un tema sui pregi e i difetti di Internet potrebbe creare non pochi problemi a chi intende proporre delle riflessioni personali che non siano banali e scontate, e che tengano conto dei nuovi fenomeni sociali, dei nuovi mezzi di comunicazione e di tutto il resto. Ecco perché quest’esempio di traccia svolta su Internet potrebbe tornarvi utile: dopo averlo letto provate a modificarlo nelle parti in cui vorreste dire qualcosa di più perché magari avete affrontato quell’aspetto proprio in classe. Buono studio!
- Tema su Internet pregi e difetti: come iniziare;
- Tema su Internet aspetti positivi e negativi: la struttura;
- Testo argomentativo su Internet vantaggi e svantaggi: come concludere;
- Tema svolto su Internet: un esempio;
- Tema su Internet PDF.
Tema su Internet pregi e difetti: come iniziare
Iniziare un tema sui pregi e sui difetti di Internet non è semplice così come non è facile cominciare qualsiasi altra produzione: l’inizio di un testo infatti è uno dei momenti più difficili perché in qualche modo bisogna introdurre l’argomento senza risultare banali e comunque in modo coerente con quanto scriverete.
Tema su Internet aspetti positivi e negativi: la struttura
La struttura del tema che leggerete è comunque semplice, e vi permette di apportare qualsiasi modifica voleste: lo svolgimento infatti tratta gli aspetti più rilevanti di Internet, dall’influenza sui rapporti sociali, senza tralasciare i fenomeni di cyberbullismo, fino all’impatto sulla vita lavorativa. Fate attenzione: se aggiungete qualcosa non scrivete fiumi di parole perché il tema è generico e non riguarda un aspetto soltanto; ad esempio va benissimo approfondire il cyberbullismo ma non esagerate perché il tema è sugli aspetti positivi e negativi della rete.
Testo argomentativo su Internet vantaggi e svantaggi: come concludere
Come concludere un testo argomentativo sui vantaggi e sugli svantaggi di Internet? Il tema che vi proponiamo suggerisce di seguire il principio delle mezze misure, cioè di approfittare di questo nuovo mezzo senza esagerare, ma si tratta solo di una delle tante possibilità con cui terminare. Anche in questo caso prestate attenzione: se decidete di cambiare la conclusione assicuratevi che sia coerente con quanto scritto.
Tema svolto su Internet: un esempio
Ecco il tema svolto su Internet. Lo trovate anche in PDF proseguendo nella lettura.
Il dibattito sui vantaggi e gli svantaggi della rete è senz’altro destinato a non avere fine: le nuove tecnologie infatti arricchiscono continuamente Internet di funzionalità, a partire da quelle offerte dai motori di ricerca, Google fra tutti, evolutisi in questi anni grazie allo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale e ormai indispensabili nelle vite di gran parte degli utenti. La rete ha trasformato lentamente l’esistenza degli esseri umani sin dalle origini e ogni cambiamento non potrà che innescare nuove discussioni. Tali discussioni avvengono tra l’altro per buona parte proprio su Internet, che ospita le pagine dei blog e dei siti di informazione e che permette a chiunque di condividere riflessioni e considerazioni con pochi clic. Interrogarsi sui vantaggi e sugli svantaggi di Internet insomma non è un mero esercizio di retorica, poiché qualsiasi fenomeno sociale non può essere accolto acriticamente; un dibattito del genere tuttavia non può che tener conto della realtà: questa società senza Internet non sarebbe mai esistita e probabilmente una nuova società non sarebbe neanche pensabile.
In un certo senso le nuove tecnologie sono state messe in discussione persino dai grandi magnati dell’industria: si pensi solo a Bill Gates e al compianto Steve Jobs, rispettivamente i fondatori di Microsoft e Apple, i quali hanno voluto che i propri figli non abusassero dei nuovi mezzi di comunicazione fino alla seconda adolescenza; di qui ad esempio il divieto di possedere uno smartphone, nel primo caso, e l’iPad, nel secondo. I casi sono numerosi ma questi sono senza dubbio significativi per l’importanza dei due imprenditori nella storia dell’industria. Forse si tratta di dichiarazioni ad effetto ma è senz’altro singolare che dei magnati spingano potenziali nuovi utenti lontano dalle tecnologie, anche da quelle proprietarie se si pensa all’ex CEO di Apple.
Evitare la dipendenza in un mondo in cui ormai sin dall’infanzia si entra in possesso di uno smartphone e di un tablet, non solo a scopo educativo, e comunque chissà a quale scopo, è stato insomma subito chiaro ai vertici dell’industria tecnologica. Dovendo scegliere un aspetto negativo fra i tanti probabilmente il più rilevante è proprio questo: i danni che la rete potrebbe causare nel momento in cui l’utente smette i panni di internauta e si relaziona con il mondo esterno. Ammesso che intenda davvero relazionarvisi, giacché la dipendenza da Internet può creare ansia sociale e trasformare la tanto condannata iper-connessione in una sorta di autoesclusione da una realtà che con i suoi problemi può sembrare impenetrabile e difficile da vivere.
Generalizzare è ovviamente sbagliato: in quest’ambito infatti la rete ha contribuito alla nascita di nuovi rapporti e al consolidamento di legami che senza i nuovi mezzi di comunicazione avrebbero senz’altro risentito della distanza. Un buon uso di Internet insomma non fa altro che migliorare i rapporti umani permettendo di superare i problemi caratteriali e accorciare le distanze. In questo senso i social network hanno giocato un ruolo importantissimo nelle vite di chi è stato in grado di farne buon uso. Il punto cruciale è non conoscere il limite di tali strumenti, a cui ormai nonostante i divieti si ha accesso sin dalla minore età, complici anche le famiglie che sembrano non percepirne i pericoli, anche fatali: si pensi alle challenge che hanno causato non pochi morti tra gli adolescenti, oppure ai rischi che si corrono alla ricerca del selfie perfetto. Al riguardo non è banale ricordare neanche quanto la rete abbia contribuito alla nascita e all’affermazione del cyberbullismo. La cronaca è piena di morti per questi motivi, e padri e madri ancora piangono purtroppo i loro figli e le loro figlie. La vita vale forse meno di un selfie o di un like? Non si tratta di retorica: è la realtà che ci ricorda quanto il limite sia stato superato a causa di un uso irresponsabile degli strumenti della rete.
Probabilmente sono tanti coloro che dietro a un account perdono il contatto con la realtà e credono che apparire sia vitale, che quel like riempia vite che reputerebbero altrimenti noiose ma che sarebbero molto più ricche se fossero riempite di incontri, abbracci e baci reali, discussioni accese ma vere. Pare evidente che l’essere umano abbia ceduto alla tecnologia un po’ della propria umanità per riempire i vuoti che in precedenza senza i nuovi mezzi di comunicazione si cercava di colmare percorrendo altre vie, magari senza riuscirci, certamente, ma la vita è questa, e nessuno può accampare pretese sul futuro.
Internet ha lentamente sottratto agli utenti anche il senso della misura: si condividono idee e pensieri senza riflettere neanche per i dieci secondi che in genere si consigliano alle persone più impulsive; il sol fatto di esser letti (come se nella maggior parte dei casi a farlo fossero migliaia di persone…) spinge i meno titolati a sentirsi in diritto di dibattere con i più esperti senza porsi il problema della consistenza delle proprie affermazioni (e i due anni del Covid-19 sono soltanto uno dei tanti esempi); la corsa al like ha contribuito inoltre alla nascita e alla diffusione di fake news perché più che del contenuto agli utenti interessa essere visti ad ogni costo. Nell’eterogeneità dei casi dunque è l’atteggiamento che accomuna chi vive la rete: guadagnare minuti di popolarità per sentirsi qualcuno.
In questo senso l’esperienza virtuale si è trasformata in un campo minato che sta distruggendo giorno dopo giorno la realtà che viviamo. Non per niente già nel 2015 in un incontro con la stampa a Torino Umberto Eco ebbe a dire che i social network hanno dato la parola a “legioni di imbecilli” che prima invece interagivano al bar senza danneggiare la collettività; lo scrittore aggiungeva pure che essi purtroppo hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. La realtà in cui viviamo insomma sembra solo in apparenza nutrita di idee e opinioni diverse ma nel profondo è inconsistente e vuota: cosa resterebbe davvero di Internet se un giorno tutti i server dovessero essere spenti? Cosa resterebbe di noi?
Certamente la rete ha permesso a tutti e tutte di vivere nuove esperienze e condividerle, di acquisire nuove conoscenze e perfezionare quelle già acquisite, di metterle al servizio degli altri, di ispirare e motivare, guidare e non solo. Le facce della medaglia sono due anche in questo caso e demonizzare Internet a priori è pretestuoso. Anche perché Internet è stato realmente il veicolo di idee che hanno influenzato notevolmente la vita dei popoli: si pensi ad esempio al ruolo dei social network nella Primavera Araba tra il 2010 e il 2011, oppure alla nascita di alcuni movimenti politici, come il Movimento 5 Stelle, che si sono nutriti della vitalità della rete e della circolazione delle idee nel cyberspazio.
Le nuove tecnologie hanno poi giocato un ruolo fondamentale anche nel cambiamento delle dinamiche lavorative: nuove professioni sono nate grazie alla rete e ai social network; gli e-commerce hanno aumentato gli introiti delle aziende; se usati correttamente, social network come LinkedIn aiutano costantemente nella ricerca del lavoro. Per questo e per tanti altri motivi la reputazione in rete è diventata rilevante persino nel processo di assunzione perché è anche su Internet, anzi, soprattutto su Internet nel caso di ricerca online del lavoro, che emergono le parti di noi stessi che mostriamo consapevolmente.
Sui vantaggi e sugli svantaggi di Internet si potrebbero riempire pagine e pagine di quaderni perché ogni fenomeno meriterebbe una profonda riflessione, e il futuro che ci aspetta tra l’altro è ricchissimo di nuove invenzioni che forse ci prenderanno alla sprovvista e che non sapremo gestire con prontezza. A prescindere dalla portata di tali invenzioni un principio millenario potrebbe guidarci; lo si trova espresso tra gli altri nelle Satire di Orazio e può essere riassunto con la frase “Est modus in rebus”: esiste cioè ‘una misura nelle cose’ che non andrebbe oltrepassata per evitare di trasformare l’evoluzione in involuzione, il progresso in decadimento.
Tema su Internet PDF
Di seguito potrete scaricare questo tema su Internet in PDF casomai dovesse servirvi per una stampa rapida.