“Il Capitale” Marx, riassunto con schema e analisi

Il Capitale di Marx presenta tematiche, sviluppate con chiarezza in questo riassunto, riguardanti la società capitalistica, il rapporto lavoro-merce e la lotta di classe. Il pensiero di Marx ed Engels (l’opera è stata curata da entrambi) ha avuto un notevole influsso sull’uomo post-moderno, che ha potuto così prendere coscienza del suo status di lavoratore e della sua capacità di creare una società più giusta, in cui far valere i diritti del lavoratore. Vi lasciamo a questa sintesi su Il Capitale di Marx che vi tornerà certamente utile per il vostro studio e per le vostre verifiche.

Il Capitale, di cosa parla l’opera di Marx e perché è importante nella storia del pensiero

Il Capitale è l’opera di Marx ed Engels attraverso cui vengono chiariti quali sono i meccanismi della società capitalistica, qual è la funzione della merce e il valore a essa assegnato, in cosa consiste la lotta di classe e le diseguaglianze che determina. È composta da quattro libri: il primo è stato pubblicato il 14 settembre 1867, quando Marx era ancora in vita, mentre il secondo e il terzo, dopo la sua morte, e sono stati curati da Engeles; discorso a parte per il quarto, pubblicato col titolo Teorie di plusvalore, dal politologo marxista Karl Kautrsy.

Nell’incipit, riportato poco più in basso, è spiegato chiaramente di cosa parla Il Capitale.

La ricchezza delle società, nelle quali predomina il modo di produzione capitalistico, si presenta come una ‘immensa raccolta di merci’ e la singola merce appare come sua forma elementare. Quindi iniziamo la nostra indagine con l’analisi della merce. La merce è prima di tutto un oggetto esterno, una cosa che per mezzo delle sue proprietà soddisfa bisogni umani di qualunque specie. La natura di tali bisogni, per esempio che derivino dallo stomaco o dalla fantasia, non fa alcuna differenza. Qui non si tratta neanche di come la cosa soddisfi il bisogno umano, se immediatamente, come mezzo di sussistenza, cioè come oggetto di piacere, oppure indirettamente, come mezzo di produzione.

Attorno al concetto di merce, analizzato in maniera approfondita da Marx ed Engels, si sviluppa la tesi della critica al capitalismo imperante, che ha avuto una notevole influenza nella storia del pensiero, così come i concetti di struttura e sovrastruttura.

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L’opera è riuscita a far luce sulle condizioni dei lavoratori, nel caso specifico dei proletari: dal XIX secolo a oggi, i lavoratori godono di maggiori diritti, ma non di tutti quelli che spetterebbe a un essere umano; ad esempio, i lavoratori sono costretti a fare troppe ore di lavoro, rinunciando alla propria vita sociale (ridotta all’osso), vengono messi sotto pressione dai datori di lavoro, ricevono salari imbarazzanti e vengono vincolati da contratti farlocchi (se non costretti a lavorare in nero).

Questo si verifica a livello europeo o in stati con un più alto livello di civiltà; discorso a parte per quei paesi dove il lavoro è un miraggio, si vive nella piena povertà (quella che non assicura nemmeno i beni di prima necessità) e dove è netto il divario fra ricchi e poveri. Alcuni di questi paesi, come quelli dell’Africa (Etiopia, Burungi, Niger, Congo, Somalia), vengono depauperati, cioè impoveriti, proprio da quel capitalismo criticato da Marx e che viene inquadrato meglio alla luce del materialismo storico, spiegato nei minimi dettagli in un altro articolo.

Marx ed Engels, con la loro opera, sono stati in grado di sfidare un sistema saldamente consolidato (che sopravvive ancora oggi), quello governato dai capitalisti, che trasformano i propri lavoratori (i proletari) in oggetti aventi come scopo quello del “massimo profitto”. Il coraggio dei due economisti e filosofi ha portato, nel corso del tempo, a un’ampia presa di coscienza e un desiderio di approfondire tematiche inerenti al potere, alla lotta di classe, alla società e all’economia; non solo: le riflessioni sull’ecologia e sul rispetto dell’ambiente prendono le mosse anche dalla filosofia di matrice marxiana, in quanto la società capitalista è dedita al consumo forsennato, allo sfruttamento ambientale e allo spreco oltremisura.

Le idee di Marx ed Engels hanno ispirato movimenti politici come il comunismo e il socialismo, ma hanno dato anche la spinta per la nascita dei sindacati, i quali hanno come compito quello di tutelare i diritti dei lavoratori.

Il Capitale Marx, analisi di temi e contenuti principali

La prima domanda che bisogna porsi è la seguente: cos’è il capitale per Marx ed Engels? È il denaro accumulato dal capitalista sfruttando il lavoro dell’operaio, che non viene speso per comprare altri oggetti, ma per aumentare la produzione delle merci, investendo su forza-lavoro e macchinari. Si viene a creare così un processo in cui il denaro produce altro denaro e non viene destinato per l’acquisto di oggetti.

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Altra parola-chiave è “merce”, con cui si considera tutto ciò che può essere comprato. Anche la forza-lavoro può essere acquistata dal capitalista, che cede parte del denaro al proletario attraverso il salario. Quello che può essere comprato possiede un valore, il quale può essere di due tipi: il valore d’uso e il valore di scambio. Cominciamo con l’analizzare il primo tipo.

Il valore d’uso è ciò che consente a un bene di poter soddisfare un bisogno: per esempio, comprare una bottiglia d’acqua mi permette di soddisfare il mio bisogno di bere; comprare i libri scolastici mi permette di avere una buona istruzione. Il valore di scambio, invece, è la possibilità che la merce ha in sé di poter essere scambiata: questo significa che se un operaio impiega ipoteticamente dieci minuti per produrre un astuccio e dieci ore per produrre una scrivania, la prima merce prodotta ha un valore di scambio più basso rispetto alla seconda. Da questo si deduce che il valore di scambio dipende dalla quantità di lavoro.

Il lavoro del proletario viene acquistato dal capitalista attraverso quello che Marx ed Engels definiscono capitale variabile, il quale serve per ottenere forza-lavoro, la fonte del plusvalore, consistente nel valore generato dal lavoro che va oltre il salario che l’operaio riceve; il plusvalore è legato al pluslavoro, l’attività dell’operaio che non viene più pagata dal’imprenditore e che produce solo capitale.

Facciamo un esempio. Un proletario lavora 8 ore al giorno per produrre un tavolo, il suo datore di lavoro gli dà 10 euro all’ora: la merce creata dal proletario è costata 80 euro al capitalista, che però la mette sul mercato a un prezzo di 200 euro. Dai 120 euro guadagnati, 80 euro li investe per la produzione del prossimo tavolo, 20 per uso personale, e i restanti 20 per la manutenzione e per l’acquisto di nuovi macchinari. Questi ultimi 20 euro sono il capitale costante.

Più aumenta la produzione e più il capitalista ha bisogno di forza-lavoro e macchinari. Questo sta a significare che si viene a creare una lotta anche tra gli stessi capitalisti: chi detiene più capitale è in grado di influenzare il mercato. A causa del crollo del saggio di profitto (rapporto tra profitto e capitale investito), i capitalisti si riducono di numero e i pochi rimasti saranno sempre più ricchi.

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Il lavoratore, invece, si ritrova a fare un’attività che lo spersonalizza, diventando vittima di quel fenomeno che Marx chiama “reificazione“: l’operaio diventa egli stesso un oggetto o merce. Il proletario si trova dinanzi al prodotto che ha creato come qualcosa di estraneo, che non gli dà alcuna soddisfazione: questo è il processo di alienazione.

Il Capitale Marx, riassunto breve con schema e mappe concettuali

Vi lasciamo adesso al riassunto breve de Il Capitale di Marx, con cui poter ripetere meglio i concetti-chiave del suo pensiero. Troverete tutto quello che vi occorre per poter fissare ancora meglio tutto questo, grazie anche allo schema e alle indispensabili mappe concettuali.

Il Capitale di Marx ed Engels è un’opera in cui viene analizzata la società nel suo rapporto tra la produzione della merce e il lavoro. La merce è tutto ciò che ha un valore e può essere acquistato: il valore d’uso soddisfa un bisogno mentre il valore di scambio permette lo scambio di una merce con un’altra in base alle ore di lavoro impiegate per la produzione (un tavolo prodotto in 4 ore ha un valore di scambio maggiore rispetto a una sedia prodotta in 2).

Il lavoro dell’operaio è merce per il capitalista: quest’ultimo dà denaro attraverso un salario, che fa parte del capitale variabile, quello impiegato per pagare i lavoratori; il capitale fisso è invece impiegato per la manutenzione e l’acquisto di macchinari.

Il capitale viene prodotto dal plusvalore generato dal pluslavoro dell’operaio: quest’ultimo lavora più ore rispetto al reale valore della merce che produce e quelle ore in più rappresentano il denaro trasformato in capitale. Quindi il capitale è il denaro accumulato dal capitalista sfruttando il lavoro del proletariato.

Il lavoratore si aliena a causa del lavoro perché produce qualcosa che non gli appartiene e si reifica, cioè diventa merce egli stesso.

Il Capitale di Marx ed Engels ha avuto un’influenza su comunismo e socialismo, portando anche alla formazione dei sindacati, responsabili della tutela dei diritti dei lavoratori.