Test su Leopardi con risposte e correzioni

La fase in cui Leopardi riscopre i valori della solidarietà per contrastare l'indifferenza e la crudeltà della Natura è quella del titanismo eroico.

Il percorso di Leopardi è molto complesso: egli ritiene inizialmente che la Natura fosse benigna per poi sottolinearne a più riprese il suo essere matrigna; Alla fine invita gli esseri umani ad essere solidali per combatterla e resistere.

Il pessimismo storico consiste nel ritenere la storia e il progresso la causa della degenerazione della società, e non la Natura, considerata benigna.

Le sofferenze dell'infanzia e dell'adolescenza di Leopardi, unitamente alle sue condizioni di salute precarie, hanno profondamente influenzato il suo rapporto col mondo e il suo pensiero riguardo alla Natura.

La "poetica del vago e dell'indefinito" appartiene soprattutto al primo Leopardi: essa punta a stimolare l'immaginazione attraverso sensazioni vaghe.

L'espressione indica la solidarietà e la fratellanza tra gli uomini, necessarie per resistere alla Natura matrigna: è l'ultima fase del pensiero leopardiano.

I sentimenti di Leopardi non sono corrisposti, tant'è che il poeta perderà definitivamente fiducia nelle illusioni.

È la fase del "pensiero poetante", cioè della diffusione del "vero" mediante la poesia.

Il testamento poetico di Leopardi è rappresentato dalla poesia La ginestra in cui il poeta invita gli uomini a resistere eroicamente contro la Natura e ad essere solidali.

Inizialmente Leopardi crede che la ragione sia nemica delle illusioni, quindi dannosa per l'uomo; in seguito si convince del fatto che sia l'unico mezzo per accettare la dura realtà da cui neanche le illusioni avrebbero potuto salvare l'essere umano.

Di seguito parafrasi della poesia: Ma stando seduto e osservando [mi fingo 'mi immagino'] infiniti / spazi oltre essa [la siepe], e sovrumani / silenzi, e una pace profondissima / a tal punto che per poco / non mi spavento. Leopardi dunque inizia una sorta di avventura dell'immaginazione, e immagina, immagina fino ad arrivare quasi al punto di spaventarsi.

Quando compone L'infinito Leopardi vive la fase del pessimismo storico, caratterizzata dalla visione della Natura come benigna poiché ha donato all'uomo le illusioni, mezzo attraverso il quale si può sfuggire alla dura realtà della vita.

Nella fase del pessimismo storico, cioè quando scrive il componimento, Leopardi crede che la ragione e il progresso allontanino l'uomo dall'immaginazione, l'unico strumento che a suo avviso avrebbe potuto invece salvarlo.

L'endecasillabo sciolto dà al poeta maggiore libertà espressiva.

La lirica è un chiaro esempio di tale poetica: il "vago" e l'"indefinito" permettono a Leopardi di stimolare l'immaginazione.

Il componimento, composto nel 1819 e pubblicato per la prima volta nel 1825, fa parte dei piccoli idilli di Leopardi.

Quando compone la poesia Leopardi crede che la Natura sia benigna e che permetta all'uomo di superare le difficoltà della vita attraverso le illusioni e l'immaginazione: ecco perché naufragare nel mare (delle illusioni, di ciò che aveva immaginato assorto sul colle) è dolce. Il verso contiene una metafora e un ossimoro.

Leopardi è assorto su un colle e la siepe, che rappresenta un ostacolo visivo, lo spinge al tempo stesso a immaginare e ad andare oltre.

La siepe è un ostacolo che limita l'orizzonte di Leopardi ma che al tempo stesso lo spinge ad andare oltre la realtà.