In questo riassunto breve sulla poetica e sul pensiero di Pascoli ci soffermeremo sia sulle idee sociali e politiche del poeta sia sul suo rapporto con l’arte, quindi non solo sul concetto di fanciullino, sebbene sia un aspetto rilevante della sua produzione. Vedremo anche il rapporto con il Decadentismo, in particolare con il Simbolismo francese, di cui è tra i massimi rappresentanti assieme a Gabriele D’Annunzio, e come i numerosi lutti che hanno segnato la sua esistenza abbiano trasformato la poesia. Veniamo al dunque.
- Pascoli tra Decadentismo e Simbolismo;
- Pascoli, sintesi della poetica;
- Riassunto breve Pascoli con schemi e mappe concettuali;
- Test e verifiche su Giovanni Pascoli.
Pascoli, riassunto pensiero: spiegazione facile delle idee del poeta
Il riassunto del pensiero di Pascoli ruota attorno a due parole chiave, vale a dire l’umanitarismo e il nazionalismo. Ricordiamo che Pascoli nasce nel 1855 e muore nel 1912, quindi vive a pieno il periodo storico della Belle Époque, fatto di grandi scoperte ma anche di tante contraddizioni. Il poeta vive anche l’età giolittiana (1903-1914), segnata da scioperi e proteste, dalla guerra in Libia ecc., dunque è figlio di un’epoca di importanti trasformazioni, ed è proprio rispetto a tali cambiamenti che è necessario inquadrare gli aspetti principali del suo pensiero.
L’umanitarismo e la concordia tra le classi sociali
Rispetto alle lotte sociali del tempo Pascoli adotta un atteggiamento umanitarista: pur essendo un borghese il poeta spera infatti nella concordia tra gli uomini e tutte le classi sociali; ecco perché da studente universitario partecipa a una manifestazione socialista e anarchica a favore di alcuni internazionalisti, cioè di coloro che credevano nelle idee dell’Internazionale, schierandosi a favore del proletariato.
Sarà un’esperienza che lo segnerà profondamente giacché verrà arrestato dopo aver offeso le forze dell’ordine presenti alla manifestazione, e che lo allontanerà dalla politica attiva. Il poeta scrive del carcere nella lirica La voce, in cui la scena è dominata anche dalla figura del padre, spesso presente nelle sue liriche.
Il nazionalismo e la guerra in Libia come salvezza dell’Italia e delle famiglie
Pur allontanandosi dall’attivismo politico Pascoli non rinuncerà mai ad esprimere le sue idee, anche se in seguito lascerà il socialismo per abbracciare il nazionalismo (che comincia a diffondersi e rafforzarsi proprio durante la Belle Époque).
Tale nazionalismo è influenzato dalle idee che il poeta aveva sulla famiglia, paragonata in genere al “nido”, cioè a un porto sicuro in cui rifugiarsi dal mondo esterno: secondo Pascoli infatti l’emigrazione verso l’America in quegli anni avrebbe messo a rischio i nuclei famigliari e avrebbe danneggiato la società nel profondo, visto che figli e genitori si sarebbero allontanati per raggiungere un posto più sicuro.
Per questo motivo Pascoli diventa un nazionalista moderato e si dice favorevole alla guerra in Libia. Egli la considera una sorta di prosecuzione dell’Italia, un territorio in cui le famiglie avrebbero potuto trovare insieme lavoro senza allontanarsi in America. La conquista della Libia insomma avrebbe messo un freno all’emigrazione in altri Stati (proprio perché la Libia sarebbe diventata italiana) e protetto di conseguenza i “nidi famigliari”.
Pascoli affronta i temi socio-politici in varie occasioni ma i componimenti più rilevanti sono senz’altro Italy, che fa parte dei Primi Poemetti e in cui parla dell’emigrazione, e La grande proletaria si è mossa, uno dei discorsi ufficiali in cui sostiene che finalmente “la grande proletaria”, cioè l’Italia fatta di proletari, “si è mossa”, cioè ha deciso di invadere la Libia per mettere un freno ai danni che l’emigrazione stava causando. La guerra in Libia avrebbe unito inoltre le classi sociali, in lotta per un unico obiettivo contro i popoli stranieri che Pascoli descrive con toni di disprezzo.
Pascoli tra Decadentismo e Simbolismo
Pascoli è tra i massimi rappresentanti del Decadentismo insieme a Gabriele D’Annunzio. L’atteggiamento decadentista si manifesta soprattutto nella fuga dalla realtà che si nota generalmente nelle sue poesie: gli artisti decadenti evadono dal reale adottando uno stile di vita anticonformista e anti-borghese fatto di piacere, eccessi e vizi, e sognando mondi esotici e non solo; Pascoli invece evade dalla realtà rifugiandosi nel nido, visto come unica fonte di protezione, nell’infanzia priva di lutti e sofferenze, negli anni che precedevano la morte del papà.
Il decadentismo di Pascoli si manifesta anche nello stile, profondamente influenzato dal Simbolismo francese: la sua poesia è infatti ricca di analogie, cioè di associazioni tra i simboli e i significati; il nido ad esempio indica protezione e rifugio. E così gli altri simboli: può accadere ad esempio che il verso degli uccelli evochi angoscia, paura e morte. La realtà campestre, fatta non solo di nidi e uccelli ma anche di orti, siepi, fiori ecc., non è insomma solo descritta: essa si fa portatrice di significati nuovi che vanno oltre il reale. Ecco perché si parla anche di linguaggio analogico, cioè caratterizzato da nuove corrispondenze.
Pascoli, sintesi della poetica
La sintesi della poetica di Pascoli non può che partire da un dato di fatto essenziale: il poeta ha vissuto una vita difficile segnata dalla sofferenza a partire dalla morte del padre avvenuta il 10 agosto 1867; è proprio a lui che dedica la celebre raccolta Myricae e una tra le sue poesie più famose, X agosto. I lutti continuano e queste perdite non fanno altro che disgregare il nido, cioè la famiglia a cui Pascoli teneva tanto e che rappresenta sia nella vita sia in poesia un rifugio dalle brutture del mondo.
Il poeta ricostruirà una sorta di nido famigliare a Castelvecchio di Barga, dove andrà a vivere con la sorella Maria, detta Mariù. La campagna di Castelvecchio fa da sfondo alla raccolta dei Canti di Castelvecchio che è una sorta di continuazione di Myricae ed è dedicata alla madre. Vediamo dunque di cosa parla Myricae.
La poesia delle piccole cose e Myricae
Myricae è la prima raccolta di poesie e viene pubblicata nel 1891. Essa ha come oggetto la campagna, le piccole cose di tutti i giorni e della vita quotidiana. Il paesaggio campestre però non è solo descritto, tra l’altro con termini specialistici, ma si carica anche di significati e corrispondenze nuove, quelle tipiche del Simbolismo francese: nella campagna infatti c’è spazio per l’angoscia e la malinconia, il dolore e la sofferenza, la morte e non solo.
Si pensi alla lirica Lavandare, in cui si paragona un aratro lasciato solo nei campi a una donna abbandonata trasmettendo un senso di nostalgia e solitudine; si consideri la lirica Novembre, in cui la campagna fa da sfondo al 2 novembre, il giorno dei morti; oppure la poesia L’assiuolo, in cui il verso dell’uccello evoca sensazioni di terrore, paura e morte. Gli esempi sono innumerevoli, visto che le poesie di Myricae sono 156, ma anche questi bastano per chiarire cosa s’intende per simbolismo.
Sono tutti sentimenti e stati d’animo che in qualche modo dipendono dal passato della famiglia del poeta e che coinvolgono gran parte della sua opera, non solo Myricae: non per niente nel 1903 escono i Canti di Castelvecchio, in cui il poeta non rinuncia al tema del nido famigliare che infatti domina la scena.
La poesia dello stupore e il fanciullino
La poesia di Pascoli è definita anche poesia dello stupore poiché in essa assume un ruolo fondamentale il fanciullino: quest’ultimo è il bimbo che vive in ogni poeta e che guarda la realtà con meraviglia. Secondo Pascoli, come scrive nel famoso saggio Il Fanciullino, ogni uomo perde il suo fanciullino crescendo mentre il poeta non lo fa, ed è per questo che pure da adulto riesce ancora a stupirsi.
È proprio il fanciullino che riesce a cogliere nuovi legami tra la realtà e i suoi significati. Da questo deriva un linguaggio simbolico che mette in evidenza nuove relazioni, segrete, tra le cose, come già anticipato. Ecco che il nido indica i rifugio, il verso dell’assiuolo la paura ecc.; sono nuove corrispondenze che solo il fanciullino del poeta riesce a cogliere.
Il tema del nido
Sul tema del nido è stato detto tutto ma è bene ribadire la sua importante funzione nella poetica pascoliana: il nido è ciò che dona a Pascoli protezione e sicurezza, è il luogo in cui egli si rifugia, è l’infanzia felice e incontaminata senza lutti, dolore e sofferenza.
Al nido si oppongono generalmente una sensazione o un’immagine di pericolo, come la notte, il temporale ecc. Nella poesia X agosto ad esempio una rondine, che Pascoli paragona al padre, stava tornando al suo nido sicuro, cioè la sua famiglia, mentre un colpo la uccide: è chiara l’opposizione tra il rifugio, il nido, e il pericolo, lo sparo.
Il nido insomma permette al poeta di regredire verso l’infanzia e di trovare quella pace e quella tranquillità sottrattegli dalla morte che ha profondamente segnato la sua esistenza nel corso degli anni; è il nido, il richiamo della famiglia, che permette a Pascoli di trovare una via di fuga dalla realtà.
Riassunto breve Pascoli con schemi e mappe concettuali
Qui di seguito trovate un riassunto breve su Pascoli mentre in apertura del paragrafo abbiamo inserito degli schemi e delle mappe concettuali che vi permetteranno di avere un quadro generale degli argomenti e di ripetere velocemente. Trovate qui le mappe su Pascoli in PDF.
Il pensiero sociale e politico di Giovanni Pascoli può essere riassunto con due parole chiave: umanitarismo e nazionalismo. Il primo indica la speranza che Pascoli aveva nella concordia tra tutte le classi sociali; agli inizi infatti abbraccia le idee socialiste e partecipa anche a una manifestazione anarchica e socialista a favore di alcuni internazionalisti durante la quale viene arrestato. Ciò lo allontana dalla politica attiva ma non al punto da nascondere le proprie idee.
Pascoli abbandona progressivamente il socialismo per avvicinarsi al nazionalismo: si schiera infatti a favore della guerra in Libia poiché profondamente convinto che quelle terre, abitate da stranieri che descrive con disprezzo, sarebbero servite agli italiani per evitare di emigrare in America. L’emigrazione per Pascoli è un fenomeno sociale assolutamente negativo poiché mette a rischio la solidità della famiglia, valore in cui egli crede fortemente e che domina come tema gran parte della sua poesia.
Per quanto riguarda la poetica Pascoli è tra i massimi esponenti del Decadentismo: anch’egli cerca una fuga dalla realtà ma a differenza dei decadentisti, che vivono una vita sregolata e si rifugiano nel piacere sfrenato e in altri mondi, come quelli esotici, il poeta cerca rifugio nel suo nido famigliare, nel passato e nell’infanzia, in quei tempi in cui la sua vita non era stata ancora segnata dalla morte e dalla sofferenza dovute alla morte del papà e degli altri membri della famiglia.
Pascoli è decadentista anche perché è influenzato dal simbolismo francese: la sua poesia, come si nota nella sua prima raccolta poetica, Myricae, e in generale nelle sue opere, è quella delle piccole cose, delle scene di vita quotidiana, dei paesaggi di campagna, ma egli non si limita semplicemente a descrivere gli ambienti; questi infatti si caricano di significati nuovi, come il nido che diventa rifugio e sicurezza, il verso dell’assiuolo che evoca angosce e paure ecc. Il suo insomma è un linguaggio analogico che si basa sulle corrispondenze.
Queste corrispondenze tra la realtà e i significati, questi nuovi rapporti tra le cose, possono essere colti solo dagli occhi ingenui fanciullino, il bimbo che è in ogni poeta e che riesce ancora a sorprendersi e a meravigliarsi della realtà che ha di fronte. Ecco perché la poesia di Pascoli è anche definita “dello stupore” e la sua poetica, “del fanciullino”, come si legge in un saggio importantissimo del poeta, chiamato proprio Il Fanciullino.
Test e verifiche su Giovanni Pascoli
Se volete mettere alla prova le vostre conoscenze la verifica su Giovanni Pascoli che trovate di seguito vi tornerà utilissima, altrimenti potete provare con queste altre verifiche sul poeta. Buona fortuna!