X agosto riassunto: analisi, parafrasi, figure retoriche

X agosto è una delle poesie più famose di Giovanni Pascoli, celebre autore della letteratura italiana nonché noto esponente del Decadentismo assieme a Gabriele D’Annunzio. Il componimento è fortemente autobiografico poiché richiama la morte del padre del poeta, Ruggero, avvenuta proprio il 10 agosto 1867. In questo riassunto troverete non solo un commento dei temi principali ma anche la parafrasi e l’analisi della metrica e delle figure retoriche più significative che vi consentiranno di prepararvi al meglio in vista di interrogazioni e verifiche scritte.

X agosto riassunto, di cosa parla la poesia della raccolta Myricae

Il riassunto di X agosto non può che partire dal titolo: la poesia si chiama così perché il padre di Pascoli fu ucciso il 10 agosto 1867 con un colpo di fucile, anche se sulla vicenda non è stata fatta chiarezza e non si è mai conosciuta con certezza l’identità degli assassini; è probabile che il mandante degli omicidi fosse un signore interessato a subentrare al padre come amministratore del latifondo di Torlonia.

La morte del papà ha sconvolto l’esistenza del poeta che vivrà anni di grande dolore e sofferenza e vedrà pian piano disgregarsi il suo nucleo familiare, indicato come un “nido” nella sua opera: moriranno infatti anche la madre, la sorella e i fratelli. Il dolore caratterizza non solo X agosto ma molti altri componimenti, come si nota dalla raccolta di cui la poesia fa parte.

X agosto infatti non è un componimento a sé stante ma compone la prima raccolta poetica di Pascoli, Myricae, pubblicata tra il 1891 e il 1911 in ben nove edizioni a testimonianza di un intenso lavoro di correzione e di sperimentalismo. Già la traduzione della parola, che in latino indica le ‘tamerici’, cioè dei ‘piccoli arbusti che crescono sulle spiagge’, mostra un aspetto importante dell’opera: quella di Pascoli è la poesia delle piccole cose e della semplicità, come del resto mostrano le scene di vita quotidiana, la vita di campagna ecc. raffigurate.

In X agosto la morte del papà, paragonato a una rondine uccisa mentre torna dai suoi rondinini, è continuamente rievocata in un paesaggio in cui è il cielo stesso a piangere e tutta l’umanità è accusata di malvagità e spietatezza, come si evince dai riferimenti alla crocifissione di Gesù.

X agosto parafrasi, spiegazione discorsiva della poesia

La parafrasi di X agosto vi tornerà utile prima di leggerne il commento dei temi: non si tratta di un testo difficile da comprendere ma è bene che vengano capiti tutti i versi per non commettere errori. Vediamola assieme.

San Lorenzo, so bene perché tante / stelle nell’aria tranquilla / brillano e cadono, perché questo pianto così intenso / risplende nel cielo concavo [il cielo è concavo, cioè ha una rientranza, perché la Terra è una sfera, quindi con delle curve]. // Una rondine ritornava al nido: / la uccisero, cadde tra i rovi; / aveva un insetto nel becco, / la cena dei suoi piccolini. // Ora è là come se fosse in croce, che porge / quel verme a quel cielo lontano; / e i suoi piccoli sono nell’ombra, ad attenderla, / e pigolano sempre più piano. // Anche un uomo tornava a casa, / lo uccisero e disse: “Perdono”; / nei suoi occhi sbarrati restò come un grido. / Portava in dono due bambole. // Ora là nella casa solitaria / lo aspettano invano: / è immobile, sbigottito, mostra / le bambole al cielo lontano. // E tu, Cielo, dall’alto dei mondi / sereni [cioè che sovrasta tutto], tu, infinito, immortale, / inondalo con un pianto stelle / questo corpo maligno privo di luce [la Terra].

Il tema della morte e della sofferenza

Il tema della sofferenza compare sin dalla prima strofa, in cui il poeta paragona le stelle cadenti della notte di San Lorenzo a un gran pianto nel cielo. Lo stesso paragone si trova nell’ultima strofa con pianto di stelle; in quest’ultimo caso però la sofferenza dipende non da un solo uomo ma dalla malvagità dell’umanità intera che ha reso tutta la Terra un atomo opaco del male.

Il tema della morte è legato a quello della sofferenza, ed emerge nel cuore della poesia, cioè nelle strofe che vanno dalla seconda alla quinta, quando Pascoli paragona il padre a una rondine: l’uomo che tornava a casa con due bambole è infatti comparato a una rondine uccisa mentre tornava al tetto, cioè al nido, attesa dai suoi rondinini. Pascoli è uno dei rondinini, cioè uno dei figli che attendono la rondine, cioè il padre, senza mai vederla ritornare in una casa ormai sola.

La morte e la crocifissione di Gesù Cristo

Dalla seconda alla quinta strofa l’uso del lessico richiama la morte di Gesù Cristo, in particolare le parole spini, Perdono, dono e il sintagma in croce. Pascoli sottolinea con forza come la sofferenza sia universale e la malvagità assoluta: persino Gesù è stato ucciso dall’essere umano. Lo stesso titolo della poesia, X agosto, richiama la croce con il numero romano X (10).

Il tema del nido

Significativo è il riferimento al nido famigliare che in Pascoli assume notevole importanza: il poeta infatti difende il valore della famiglia, ed è legatissimo al suo nucleo, tant’è che i lutti subiti hanno sconvolto la sua esistenza e hanno segnato profondamente la poesia e la visione del mondo, pessimistica, fatta di morte e di dolore.

In X agosto la famiglia è rappresentata dai rondinini che aspettano invano il ritorno a casa della rondine con il cibo, come il nido di Pascoli aspetta il ritorno dell’uomo ucciso, cioè il papà, che porta in dono due bambole. La scena dolcissima rievoca, unitamente al pianto di stelle in apertura e in chiusura, degli stati d’animo e dei sentimenti di nostalgia nonché di consapevolezza della malvagità, quasi di resa dinanzi alla condotta umana.

X agosto analisi, figure retoriche e metrica: commento dello stile e della lingua

Un’analisi metrica di X agosto è necessaria per comprendere lo stile e la lingua di Pascoli, influenzato nella sua produzione dal Simbolismo francese: nella poesia infatti sono rappresentate molte delle caratteristiche della scrittura del poeta.

Partiamo dalle informazioni essenziali: la poesia è costituita da sei strofe di quattro versi, quindi quartine. I versi sono decasillabi e novenari e le rime, alternate, seguono lo schema ABABCDCD ecc. Vediamo ora altri aspetti rilevanti.

Il linguaggio analogico

Sono da notare in primo luogo le numerose analogie: la similitudine più significativa è quella tra la rondine e l’uomo che torna a casa, ma non è l’unico: la rondine infatti è come in croce, similitudine quest’ultima che rievoca la crocifissione di Cristo. Non mancano le metafore: le stelle cadenti sono come pianto nella prima (gran pianto) e nell’ultima (pianto di stelle) strofa; la Terra inoltre è raffigurata come un atomo opaco del male, cioè un luogo intriso di malvagità.

Tali figure retoriche sono una caratteristica tipica dello stile di Pascoli che prende dal Simbolismo l’uso del linguaggio analogico, mezzo per creare nuove corrispondenze tra le cose e mettere in evidenza i temi centrali della poetica (la morte, il dolore e la sofferenza, il nido famigliare ecc).

Mediante l’uso sapiente delle figure retoriche Pascoli dipinge una scena in cui parla al mondo delle cose lassù: dopo essersi rivolto all’inizio a San Lorenzo con un’apostrofe il poeta si rivolge infatti al Cielo (E tu, Cielo) trattandolo come una persona (la figura retorica è detta personificazione) nell’ultima strofa e affidando a lui la chiusura della poesia poiché è proprio il pianto di stelle del cielo a inondare la Terra.

La sintassi

Alcune indicazioni infine sulla sintassi: l’abbondanza della punteggiatura tende a spezzare le frasi; tali spezzature dipendono anche dai frequenti enjabement, come avviene in tanto / di stelle (vv. 1-2), tende / quel verme (vv. 9-10), addita / le bambole (vv. 19-20), mondi / sereni (vv. 21-22), inondi / quest’atomo (vv. 23-24): sono tutti casi in cui le parole che dovrebbero stare insieme (ad es. il predicato verbale e il complemento oggetto, come tende / quel verme, o il nome e l’aggettivo come mondi / sereni) vengono invece separate (l’una è in un verso, l’altra nel successivo). Questo tipo di sintassi, alla pari del linguaggio analogico, è tipica di Pascoli.

Riassunto breve X agosto Pascoli con schemi e mappe concettuali

Terminiamo con un riassunto breve di X agosto a cui trovate aggiunti schemi e mappe concettuali in apertura di questo paragrafo: vi torneranno utili per avere un quadro chiaro del componimento.

X agosto è una delle poesie più famose di Giovanni Pascoli e fa parte della sua prima raccolta poetica, Myricae. Incentrata sulla similitudine tra l’uccisione di una rondine che tornava dai suoi rondinini e quella di un uomo che tornava a casa dalla sua famiglia con in dono due bambole, essa richiama chiaramente la morte del padre di Pascoli, Ruggero, ucciso proprio il 10 agosto 1867 a colpi di fucile per motivi mai chiariti con certezza.

La poesia ha come tema principale non solo la morte ma anche la sofferenza, rappresentata all’inizio e alla fine da un pianto di stelle, vale a dire dalle stelle cadenti della notte di San Lorenzo, giorno in cui il papà è stato ucciso. La sofferenza è causata non dai singoli uomini dalla malvagità di tutta l’umanità, al punto che l’uso del lessico (spini, in croce, Perdono, dono) richiama in alcuni punti la crocifissione di Cristo, ucciso dalla spietatezza degli uomini.

Dal componimento emerge insomma che il male non riguarda esclusivamente la vicenda personale di Pascoli, quindi la morte del padre, ma è assoluto e universale, tant’è che nell’ultima strofa Pascoli definisce la Terra intera un atomo opaco del male, cioè intrisa di malvagità e priva di luce.

La poesia è ricca di similitudini (ad esempio il padre di Pascoli è paragonato a una rondine, la rondine è come in croce ecc.) e di metafore (ad esempio per ben due volte le stelle cadenti sono paragonate al pianto del cielo). Queste figure retoriche caratterizzano lo stile del poeta che ricorre al linguaggio analogico per evidenziare i temi centrali dei suoi componimenti.