“Resurrezione” o “risurrezione”? Significato, storia, etimologia

Si sta avvicinando la Pasqua e probabilmente siete curiosi di scoprire se si scrive Risurrezione o Resurrezione. O magari non ne siete incuriositi per via della ricorrenza ma per altri motivi. Ad ogni modo cercheremo di capire insieme qual è la forma più corretta fra le due facendo anche qualche cenno alla storia e all’etimologia della parola per rendere ancor più chiara la risposta. Come vedrete, non si tratta solo di Resurrezione: l’oscillazione tra le forme ri- e re- riguarda anche altri termini.

Resurrezione di Gesù e dei morti, significato e usi della parola

La Resurrezione rappresenta il momento della vita di Gesù Cristo più denso di significato per il Cristianesimo poiché testimonia la vittoria definitiva della Luce sulle tenebre e della vita sulla morte. Ricordiamo che la Settimana Santa inizia con la Domenica delle Palme, cioè il giorno in cui Gesù entra a Gerusalemme, e celebra non solo la Resurrezione di Cristo ma anche la sua passione e la morte: sono gli ultimi giorni di vita del figlio di Dio che ha sacrificato la propria vita terrena per compiere il volere del Padre, cioè liberare gli uomini dal peccato.

Lo stesso messaggio di luce e speranza è affidato al dogma della Resurrezione dei morti, uno dei pilastri del credo cristiano, secondo cui tutti gli uomini partecipi della Resurrezione di Cristo risorgeranno anch’essi alla fine dei tempi (l’Apocalisse). Il concetto di salvezza dà senso a tutto il percorso di vita del cristiano poiché da esso derivano una serie di principi che ne dovrebbero caratterizzare l’esistenza e che possono essere sintetizzati brevemente così: seguire la parola di Dio con comportamenti giusti, misericordiosi e caritatevoli, per poter vivere eternamente dopo la fine della vita umana.

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Da queste premesse si può comprendere quanto sia importante il significato della Resurrezione di Cristo per la storia dell’umanità e soprattutto in che contesti la parola resurrezione può essere usata. Al riguardo vi segnaliamo che può accadere che per indicare la Resurrezione di Gesù si trovi scritto o si senta dire anche “la Pasqua di Gesù”.

Resurrezione, sinonimi: quali parole usare e perché

Con la parola Resurrezione si fa riferimento soprattutto al momento più importante della vita di Gesù sulla terra ma per estensione si indicano anche particolari momenti della vita in cui una persona ha voltato pagina e ha ripreso forza. Pensate all’esempio Ieri ho visto Paolo! Mi è sembrato come risorto dopo quell’operazione. E potremmo farne tanti altri, per esempio legati a una città, come in Dopo decenni Foggia è risorta dal terremoto del 1731. E che dire della Fenice, essere mitologico che risorge dalle sue ceneri? Chiaramente, se parliamo di resurrezione in questi termini non va usata la lettera maiuscola che può essere impiegata (ma non è obbligatorio) per riferirsi alla vita di Cristo.

I sinonimi di resurrezione non sono tantissimi: il più vicino semanticamente è senza dubbio rinascere, anche se in vari contesti potreste usare parole come rifiorire, riprendersi e così via. Nessuno vi vieta di ricorrere a perifrasi come ritornare in / alla vita.

Cerchiamo di completare il quadro sul termine parlando di etimologia, prima di rispondere alla domanda per la quale siete qui.

Resurrezione, etimologia e storia della parola

Fare etimologia significa rintracciare l’etimo, cioè l’origine della parola. Esistono molti strumenti, siti Internet specializzati e affidabili, articoli scientifici e così via, per scoprirlo; è anche vero però che le etimologie possono restare aperte perché non si è sicuri dell’origine del termine e servono ulteriori prove e studi per mettere un punto (sempre che un punto si possa mettere realmente, dato che la ricerca etimologica si arricchisce costantemente di nuove interpretazioni e testimonianze).

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In questo caso gli studiosi propongono che l’etimo di resurrezione sia RESURRECTIŌNEM, sostantivo del latino tardo appartenente alla terza declinazione che a sua volta deriva dal verbo RESURGĔRE, RE + SURGĔRE, il cui significato è ‘sorgere di nuovo’.

Resurrezione o risurrezione? Come si scrive correttamente

Veniamo ora al punto principale: come si scrive correttamente? Resurrezione o risurrezione? E soprattutto esiste una forma corretta e una forma sbagliata? Perché si sono diffuse due varianti della stessa parola?

Re- e ri- sono due prefissi che continuano il latino re-/red- che tra le altre cose possono indicare reiterazione di un’azione: rifare significa ‘fare di nuovo’, rimettere significa ‘mettere da capo’, riascoltare significa ‘ascoltare un’altra volta’, reimpiegare vuol dire ‘impiegare di nuovo’, reimpostare indica l’azione dell”impostare di nuovo’ e così via. Risorgere e risurrezione appartengono alla stessa casistica, visto che, come detto, fanno riferimento a ‘sorgere di nuovo’, ad esempio come il Sole, oppure a ‘nascere di nuovo’, cioè tornare in vita, come Cristo e i morti.

Ma come si spiega l’alternanza re- e ri-? Senz’altro dando uno sguardo alla storia della lingua italiana: nel corso dei secoli infatti dal latino RE- si è sviluppata la forma ri- in alcune parole mentre in altre la stessa forma è stata mantenuta; queste ultime non sono altro che dei latinismi, cioè parole molto vicine all’etimo latino.

In alcuni casi la parola può essere attestata in entrambi i modi, proprio come il caso di risurrezione e resurrezione, in cui nel primo caso è attestata l’evoluzione da RE– a ri-, non attestata invece nel secondo.

Spiegato questo, la risposta alla domanda dovrebbe venirvi spontanea: si può dire sia resurrezione sia risurrezione, anche se sembra esserci una prevalenza della prima forma sulla seconda (da una rapida analisi dei risultati di ricerca su Google il 27 marzo 2021 resurrezione è infatti attestata 3.150.000 volte mentre risurrezione lo è 1.490.000, cioè circa la metà).